Fossil e Wear OS sono pronti a lasciarsi, come era prevedibile. Se vi siete chiesti che fine hanno fatto i prodotti indossabile di Fossil, dal 2022 ad oggi, abbiamo poche notizie positive da rilasciare. La separazione da Wear OS non è un leak, piuttosto un fatto evidente. Wear OS 4 di Google ha portato con se diverse novità interessanti come Gmail e Calendar direttamente sugli smartwatch. Oltre che aggiornamenti sulla sicurezza. Però questo major update non è mai arrivato sugli orologi smart di Fossil. Solo un update verso la 3.5, arrivato tra l’altro in ritardo.
Fossil e Wear OS
Nessuna novità all’orizzonte e probabile uscita dal settore
Wear OS 4 di Google non è mai arrivato sugli smartwatch di Fossil. Non sappiamo se questa scelta sia dettata dal fatto che Google sta puntando molto al suo ecosistema, anche per competere con Apple. O dall’hardware non troppo sofisticato adottato da prodotti non creati in casa. La stessa collaborazione tra Google e Samsung può essere un fattore determinante. Resta il fatto che Fossil non si è impegnata troppo nella realizzazione di questi dispositivi indossabili, puntando anche a dei prezzi non troppo aggressivi. Fossil Gen 6 Wellness è letteralmente crollato di prezzo, a 99€ (66%). Come testimonia il sito ufficiale.
Non è da escludere una possibile uscita definitiva dell’azienda da questo settore. Un settore, quello degli smartwatch, in continua evoluzione. Anche se questa ha portato a uno schema di marchi ben delineato e “finito”. Se Fossil volesse tornare nel mercato con dei nuovi prodotti, dovrebbe anzi tutto puntare a un hardware migliore e mantenere anche il suo look. Dando però delle alternative. Ma resta l’incognita del sistema operativo. Non puntare a qualcosa di già collaudato sarebbe un rischio troppo grande.
Pensare oggi di abbandonare un ecosistema come quello di Apple o Samsung, è follia pura. A patto che non si abbiano veramente esigenze connesse a questo modo. Infatti oggi lo smartwatch è una vera e propria estensione dello smartphone più che un oggetto a sé. Speriamo che in tal senso Google possa rilasciare delle versioni del suo sistema operativo “semi-open”, customizzabili da terze parti. Questo farebbe in qualche modo sopravvivere altri marchi, non lasciando il market share in mano ai soliti.