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Sony LinkBuds: i migliori auricolari di questo 2022?

Quando furono presentate le WF-L900, meglio note come LinkBuds ero davvero entusiasta. Non tanto per la presentazione di nuovi auricolari, che certo oggi difficilmente stravolgono il mercato portando novità, ma per il design davvero pazzesco. Al netto di quelli che potevano essere i problemi legati alla tipologia di orecchio compatibile, al confort, alla mobilità, le nuove Sony facevano presagire una nuova era per gli auricolari. E’ passato quasi un anno dall’arrivo sul mercato di questi nuovi dispositivi; Sony ha davvero stravolto il mercato? Andiamo con ordine.

Confezione da primi della classe: col nome di Original Blended Material (info) di Sony, anche le LinkBuds sono impacchettate con uno stile unico che punta anzi tutto all’ambiente, ma che strizza l’occhio al design e senza rinunciare alla sicurezza. Gli auricolari stessi sono realizzati in plastica riciclata proveniente da parti di automobili. Un sistema (quello del packaging) già visto nelle WF-1000XM4 ma addirittura migliorato. All’interno della confezione non manca un ricco manuale e un cavetto di ricarica, ma la vera novità sta chiaramente nel sistema di ancoraggio all’orecchio affidato a dei particolari gommini che sono inclusi nelle varie dimensioni da XS a XL. L’unboxing di queste LinkBuds è davvero piacevole e bisogna ammettere che è di grande impatto.

Tecnicamente parlando: tolto il design aperto ed esclusivo, le LinkBuds sono auricolari piuttosto comuni nelle caratteristiche, con una risposta in frequenza standard 20 – 20 Hz con campionamento a 44,1 kHz, Bluetooth 5.2 e certificazione IPX4. Non poteva mancare da parte di Sony la scelta di inserire qualche funzionalità o codec esclusivo, parliamo del Digital Sound Enhancement Engine (DSEE). Una tecnologia che dovrebbe rielaborare la musica compressa restituendo un audio migliorato. Un modo per recuperare i così detti file-dati persi durante il processo di compressione, pensiamo ad esempio agli MP3 e gli altri lossy. Non ritendo questa implementazione essenziale o necessaria, ma Sony ci ha abituati anche a questo, per quanto il suo ecosistema sia molto chiuso. LDAC è comunque ora utilizzabile dagli sviluppatori Android.

In riproduzione continua l’autonomia superano di poco le 4 ore in riproduzione continua e max 2,5 ore in comunicazione continua. Dati che dicono poco letti così brutalmente ma riusciremo comunque ad arrivare anche alle cinque ore con un utilizzo misto tra riproduzioni multimediali e chiamate. Oltre al volume, anche l’utilizzo del touch e dell’applicazione può incidere sulla batteria in quanto questa deve inviare e ricevere informazioni proprio dagli auricolari. Dell’applicazione parleremo in modo più approfondito nelle prossime schede. SBC e AAC sono ovviamente supportati come codec.

 

Come si indossano le LinkBuds:

Queste Sony come si indossano? E soprattutto: possono indossarle tutti? Inutile girarci intorno, tecnicamente parlando le WF-L900 sono buone ma nulla di che, tutto gira intorno al loro design e alla loro nicchia di mercato che vogliono e possono ricoprire, ma sappiamo bene che i dispositivi TWS si indossano in modo del tutto personale. Ho avuto svariate difficoltà nel trovare la giusta modalità per inserire correttamente le Sony all’interno dell’orecchio, con i gommini standard già installati la sensazione è quella che gli stessi possano sfuggire da un momento all’altro. Partendo quindi dai gommini più piccoli forniti in dotazione mi sono reso conto che già dopo dieci minuti le cartilagini dell’orecchio soffrivano, la stessa sensazione che ho provato svariate volte indossando auricolari in plastica senza gommini. Trovata la giusta taglia il discorso cambia radicalmente ma ho fatto fatica ad immaginare di poter uscire liberamente senza la preoccupazione di perdere gli auricolari.

Trovata la quadra e dopo qualche giorno di prova mi sono parzialmente convinto ad indossare più serenamente le LinkBuds. Sony ha quindi fatto un lavoro eccellente sotto il profilo dell’ingegnerizzazione riuscendo a creare un bel design in un peso contenuto, circa 4 grammi per auricolare. Il confort resta elevato ma testate sulla mia persona non raggiungono i livelli di perfezione. Altro aspetto positivo è che gli auricolari non sporgono in modo eccessivo, quasi nullo. Questo ci farà sembrare sicuramente meno goffi. Dimenticarsi di indossare le Sony sarà quindi possibile ma col tempo.

Comparto audio: solo chiamate o anche musica e film?

Le LinkBuds non hanno modalità trasparenza o modalità di cancellazione attiva del rumore, infatti nascono proprio con l’obbiettivo di farci sentire connessi col mondo circostante. Sono perfette per l’uso in mobilità, chiamate in metropolitana linea permettendo, in auto, a lavoro. Queste Sony comunque vanno benissimo anche in ambito musicale, merito anche dell’applicazione e alle tante impostazioni messe a disposizione a partire dall’equalizzatore. Applicazione condivisa con altri prodotti come le 1000XM4. Tutte le varie EQ funzionano egregiamente e riusciamo anche ad ottenere un discreto basso, nulla a che vedere con prodotti audiofili o musicali intendiamoci ma l’audio è piacevole. Lo stesso per film e serie tv, ho apprezzato molto le LinkBuds proprio guardando un film o lavorando al PC ascoltando podcast. La novità in senso assoluto, se escludiamo il design, è l’audio adattivo. Gli auricolari infatti oltre ad essere connessi per loro natura col mondo circostante possono riadattare il volume in base ai rumori che percepisce dall’esterno. Questa funzionalità si può attivare sempre mediante applicazione e vi consiglio di provarla perché in auricolari di questo ha davvero senso.

Applicazione ben fatta: l’applicazione sviluppata da Sony la conosciamo già ed è progettata molto bene.
Si inizia con una configurazione standard fino ad arrivare all’analisi completa del nostro orecchio, una procedura piuttosto noiosa a mio avviso ma che tramite fotografia aiuta a personalizzare maggiormente l’esperienza. Non è stata esclusa la modalità audio a 360 gradi che è ben distante dalla tradizionale trasmissione stereo, sebbene io preferisca ancora la vecchia scuola. I vari preset di equalizzazione sono tutti validi e adatti a tutte le esigenze ma è possibile intervenire manualmente.

L’aspetto forse un po’ deludente di queste LinkBuds sta nella personalizzazione dei controlli touch.
Sebbene si possano utilizzare gli auricolari in modo distinto e con differenti funzioni, non sono riuscito ad assegnare più di due funzioni per auricolare. Tradotto: l’auricolare sinistro mette in pausa o riproduce il contenuto – l’auricolare destro abbassa o aumenta il volume, ma non riesco ad assegnare ulteriori azionamenti come potrebbe essere l’assistente vocale, magari sulla pressione prolungata del touch, e via discorrendo. Su questo continuerò a smanettare tramite applicazione ed eventualmente porterò aggiornamenti. Update, consigli, badge, non manca nulla all’app di Sony.

Sony LinkBuds: progetto accantonato o rivoluzione?

Rispetto alle mie iniziali previsioni il design delle LinkBuds non ha lanciato l’amo ai produttori di auricolari, tanto che oggi sono le uniche ad adottare questo design. Non so se sia un bene o un male o se sia una questione di disegni brevettati, però sembra che anche la stessa Sony non stia continuando su questa direzione. Poi, questi auricolari ad oggi non soffrono di problemi per cui è richiesta una versione aggiornata o migliorata, eccezion fatta secondo me per il comparto microfoni che è poco al di sopra della sufficienza, ma sappiamo bene che quando un produttore azzecca il prodotto non si pone il problema di presentare nuove versioni. Allo stato attuale gli esclusivi auricolari Sony sembrano un po’ finiti nel dimenticatoio. E’ difficile oggi dire se questi auricolari siano i migliori di questo 2022, la stessa presenza sul mercato dei LinkBuds S rende le cose più complicate, in quanto in un design più classico racchiudono comunque l’audio adattivo, la connessione col mondo esterno con l’aggiunta della cancellazione del rumore. Entrambi prodotti estremamente validi con utilizzi piuttosto simili ma non del tutto. Personalmente non potrei adottarle come cuffie definitive poiché l’incastro perfetto mi causa dolore sul breve periodo, parliamo di 1-2 ore.

A voi la scelta, fermo nell’idea che in questo 2022 le LinkBuds siano state una ventata d’aria fresca a un prezzo contenuto per la qualità offerta e per la nicchia che queste possono ricoprire. Sono vendute a 180€ che è la stessa cifra richiesta per le LinkBuds S. Nel mese di dicembre potresti trovarle ancora a 99€ su Amazon (-44%) buona fortuna!

Fabio Nardozzi
Fabio Nardozzihttps://www.fabionardozzi.it
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